Oggi parliamo di ernia epigastrica, un disturbo frequente nei neonati, ma che nell’adulto può verificarsi tra i 20 ed i 50 anni. Vediamo quali possono essere le cause ed i sintomi, ma anche in cosa consiste il trattamento e come poter prevenire la patologia.
Quando una porzione, in genere di tessuto adiposo, fuoriesce formando una protuberanza, ci troviamo in presenza di un’ernia epigastrica. Il nome deriva dalla zona dell’addome dove questa si verifica, ossia l’epigastrio, situato tra lo sterno e l’ombelico.
Talvolta possono verificarsi ernie epigastriche multiple, ma vi sono due differenti tipologie di ernia:
L’ernia epigastrica è legata a due cause primarie: un difetto congenito oppure l’indebolimento della parete muscolare addominale o del suo tessuto connettivo.
Le cause secondarie associate alla debolezza addominale sono:
L’ernia epigastrica è nella maggior parte dei casi asintomatica. Questa può avere le dimensioni di una pallina da golf. La protrusione è più evidente in posizione eretta, ma tende a scomparire quando ci si sdraia.
Nel caso si stia andando incontro a carceramento, possono manifestarsi sintomi, quali:
La diagnosi di ernia epigastrica si stabilisce mediante l’osservazione e la palpazione dell’addome da parte dello specialista. Questi potrebbe chiedere al paziente di tossire, così da poter visualizzare meglio l’entità della protuberanza.
Talvolta è necessario effettuare anche degli esami strumentali come:
Convivere con una ernia epigastrica cosiddetta asintomatica è possibile. Al contrario, se esiste una probabilità alta che questa diventi incarcerata, il trattamento chirurgico è d’obbligo.
L’intervento prevede non solo la rimozione dell’ernia, ma anche il rafforzamento della parete addominale mediante reti in materiale biocompatibile permanente. In questo modo è possibile diminuire il rischio di eventuali recidive.
Per almeno un mese dopo l’intervento è consigliabile utilizzare una fascia elastica, così da favorire la guarigione della parete addominale e la sua corretta chiusura. È possibile riprendere la normale attività lavorativa nel giro di 10-20 giorni.
Nel caso dei bambini, se non vi sono particolari emergenze, l’intervento viene normalmente posticipato a quando saranno in grado di affrontare l’operazione necessaria.
Se da un lato sappiamo che prevenire un’ernia congenita non è ovviamente possibile, dall’altro vi sono alcuni accorgimenti che possono contrastarne una eventuale insorgenza in età adulta:
Per maggiori informazioni, presso la Casa di Cura Privata “Villa Mafalda” di Roma è presente il Reparto di Chirurgia delle Ernie