Per reflusso gastro-esofageo si intende quel fenomeno per cui il liquido acido dello stomaco risale nell’esofago. Anche nei soggetti sani si possono avere in media 1-4 episodi di reflusso gastrico all’ora, perlopiù durante le tre ore successive al pasto. Il reflusso gastroesofageo si manifesta sia nel sesso maschile che in quello femminile, tendenzialmente attorno ai 30-50 anni. In Italia una persona su 3 soffre di reflusso gastroesofageo; in generale, nel mondo occidentale colpisce il 40 {21f99c6ac5d19357f85664ef3109d82aefa9217ee900604e73ab92b21524c15e} della popolazione. La probabilità di comparsa del reflusso aumenta con l’aumentare dell’età, ed è molto comune anche nelle donne in gravidanza e nei neonati.
L’esofago ha alle sue estremità due valvole (sfinteri) che si aprono al passaggio del bolo, e all’esterno è avvolto da un muscolo che si contrae ritmicamente (peristalsi) e che facilita il movimento del cibo verso lo stomaco. Se la valvola inferiore si rilascia quando non dovrebbe, si può avere reflusso gastro-esofageo. Anche la scarsa motilità dell’esofago, che non consente di rimuovere velocemente il liquido refluito, rientra nel meccanismo patogenetico del reflusso. Il materiale refluito nell’esofago è in larga parte composto da acido cloridrico, ma a volte può associarsi alla bile di provenienza duodenale. A volte alla base del reflusso vi è un’ernia iatale (scivolamento dello stomaco in torace attraverso il diaframma).
Altri fattori che possono favorire in modo diverso il reflusso gastroesofageo sono:
I sintomi più frequenti del reflusso gastro-esofageo sono il bruciore (o pirosi) e il rigurgito acido. Il bruciore è riferito alla parte alta dell’addome (anatomicamente definita “epigastrio” e comunemente chiamata “bocca dello stomaco”) e a livello restrosternale. Il bruciore, che si può accompagnare a scialorrea (aumentata secrezione salivare), si manifesta tipicamente nelle ore dopo i pasti, ma può presentarsi anche di notte quando il paziente è supino. In alcuni soggetti, soprattutto nei soggetti anziani, può essere presente una sintomatologia non specifica, solitamente riferita come “cattiva digestione” (dolore-fastidio-tensione nella parte alta dell’addome, sazietà precoce, senso di ripienezza dopo mangiato, nausea, vomito), definita con il termine medico di dispepsia. Poiché il reflusso può anche superare la valvola superiore dell’esofago (sfintere esofageo superiore) e interessare faringe, laringe, polmoni ne consegue la possibilità di una sintomatologia extraesofagea. I sintomi extraesofagei, definiti “atipici”, possono essere:
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Reparto di Gastroenterologia