Il riscontro di lesioni solide benigne al seno è una condizione frequente: sebbene ogni nodulo palpabile necessiti di essere indagato con un esame ecografico, solo in una minoranza dei casi si tratta di una lesione maligna (da meno dell’1{21f99c6ac5d19357f85664ef3109d82aefa9217ee900604e73ab92b21524c15e} dei casi in donne al di sotto dei 39 anni al 5-7{21f99c6ac5d19357f85664ef3109d82aefa9217ee900604e73ab92b21524c15e} delle donne di età superiore con i picchi di incidenza soprattutto tra i 60 e 80 anni di età). La lesione benigna più comune è il fibroadenoma. I fibroadenomi – a volte multipli – sono lesioni sensibili agli ormoni, e vanno monitorati per escluderne bruschi incrementi volumetrici; anche la gravidanza può costituire una condizione in cui il fibroadenoma può presentare un improvviso aumento delle dimensioni. Il fibroadenoma rimane un reperto generalmente innocuo e privo di rischi per il paziente (solo nel 3{21f99c6ac5d19357f85664ef3109d82aefa9217ee900604e73ab92b21524c15e} dei casi evolve in una formazione cancerosa). Altre forme di lesioni palpabili benigne, più rare, sono rappresentate dai fibrolipomi e dal tumore filloide, che nel 25{21f99c6ac5d19357f85664ef3109d82aefa9217ee900604e73ab92b21524c15e} dei casi può essere maligno. Un’evenienza importante è poi il rinvenimento di lesioni vegetanti all’interno di dotti ectasici, i cosiddetti papillomi intraduttali, che seppur benigni possono esser correlati a un rischio per lesioni cancerose. Situazioni benigne a se stanti sono anche quelle lesioni dolenti alla palpazione, (ad esempio la sindrome di mondor, dovuta a flebiti mammarie fortemente dolenti con piccoli noduli tubuliformi palpabili), o le mastiti, che assumono spesso l’aspetto di lesioni cistiche con materiale suppurativo nel contesto, lesioni tipicamente puerperali. Il cancro duttale e/o lobulare rappresenta ancora oggi la sfida diagnostica più importante per l’ecografista, nonostante i moderni supporti ecografici e delle tecnologie di nuova generazione come la X-Multi View resolution o la stessa elastosonografia abbiano facilitato la diagnostica ecografica delle lesioni mammarie, incrementando la rilevazione anche a dimensioni piccole (2-5mm) e la caratterizzazione.
Sono tipici criteri di malignità e indirizzano all’immediata conferma diagnostica, citoistologica e al trattamento mirato la presenza di:
In assenza di univoci caratteri di benignità (bordi regolari e forma ovalare, ecotessitura uniforme e disposizione parallela all’asse mammario, assenza di calcificazioni o ombra acustica), e in genere se non c’è la combinazione di uno o più caratteri di malignità (lesioni indeterminate) si deve consigliare la prosecuzione dell’iter diagnostico mediante rivalutazioni ecografiche ravvicinate (non prima dei 4 mesi, non oltre i 6-12mesi). Il presupposto è di identificare modificazioni morfologiche e volumetriche tali da rendere ineludibile la natura maligna del reperto (le lesioni benigne possono crescere ma negli anni e non nel breve periodo), purché, ovviamente, non vi siano fondate condizioni che mettano a repentaglio le possibilità di guarigione della paziente (forte sospetto diagnostico, familiarità, etc). Una lesione dubbia ( e quindi monitorata con intervalli a 6 mesi) che dovesse poi rivelarsi un cancro è “sicura” (con le eccezioni del caso) dal punto di vista del rischio di aver già iniziato la sua fase metastatica e quindi della chance di non compromettere la guarigione, quando ben al di sotto dei 15mm. Una lesione ben sotto quel valore (6-8mm) in linea di massima non crescerebbe così tanto da superare la soglia suddescritta, permettendo di recuperare l’errore diagnostico dell’ecografia senza compromettere l’eradicazione della malattia, attraverso una rivalutazione seriata che ne segua le eventuali modificazioni morfologiche e volumetriche rispetto alle più stabili lesioni benigne solide e non. Ovviamente il ricorso a successivi step diagnostici strumentali e, se le dimensioni lo permettono, l’agobiopsia permettono di prescindere da una diagnosi basata sul principio dell’attesa vigile e possono trovare indicazione anche in presenza di lesioni dubbie di piccole dimensioni, sia perché dotate di elevata accuratezza diagnostica, superiore a qualsiasi metodica strumentale, sia perché prive di rischi nella loro esecuzione pratica.
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